Interno A2.12
Un appartamento di famiglia inserito in una scarna edilizia degli anni’60, posta lungo la via principale di un comune ai margini della città è il luogo scelto per realizzare il sogno di “casa”. Un progetto nato da un fecondo scambio d’idee tra architetto e committenza, che prende il via dall’intenzione di una ristrutturazione che possa rivoluzionare l’esistente, adeguandolo alle nuove esigenze, ma che lasci tracce dell’impianto di distribuzione originario, quasi a voler salvare parte dei ricordi che legano i proprietari a quel luogo.
Si tratta di una pianta a “L”, dove è ben distinta la zona notte dalla zona giorno.
La prima è la parte che subisce solo una rimodulazione della dimensione degli ambienti, eliminando la cucina e inserendo la cabina armadio, ma lasciando pressoché invariato il lungo corridoio che caratterizzava l’appartamento, un vincolo imposto, che mi spinge a destinare in questo spazio gli interventi più scenici del progetto, trasformando una zona di passaggio in un percorso di suggestioni. Un paziente lavoro di ridistribuzione delle funzioni convince la committenza ad accettare una trasformazione più radicale per la zona giorno, consentendomi di inserire un secondo bagno, lo studio e la lavanderia.
Un unico ambiente di circa 50 mq è il fulcro della zona giorno, dove una quinta attrezzata diventa l’elemento che consente la coesistenza in un unico spazio del salone e della cucina, rispondendo alla richiesta di schermare cucina e zona pranzo dall’ingresso.
É intorno a questo spazio multifunzione che si aprono i nuovi ambienti di servizio e una camera jolly, destinata a studio ma pronta a trasformarsi in una camera in caso di necessità. Il bagno è concepito secondo le esigenze dettate dalla committenza, con l’inserimento di una vasca e diversi arredi su misura. Grande attenzione è destinata alla lavanderia, spesso considerata uno spazio marginale, che qui assume un ruolo primario, racchiudendo in pochi mq le necessità di ordine e praticità.
La pavimentazione, composta alternando grandi lastroni grigio scuro e parquet industriale in doussiè, è la base su cui si cerca di costruire un interno volutamente lontano dalle tendenze del minimalismo. Ecco che il battiscopa si trasforma in un basamento su cui si poggiano le pareti, dove a spot si ritrovano “azzardate” carte da parato che diventano elementi distintivi degli ambienti.
La folgorazione per i materiali firmati da Patricia Urquiola, scelti per rivestire i bagni e la cucina, sono l’occasione per arricchire e caratterizzare gli ambienti.
Un incarico che si è rivelato una buona occasione di progettazione d’interni, dove grazie alla sintonia tra le parti, nulla è stato lasciato al caso e ogni singola scelta è basata su un equilibrio tra le idee progettuali e le necessità della committenza, avendo chiaro l’obiettivo di restituire dignità a un vecchio appartamento di famiglia
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Committente: Privato
Anno: 2012
Lavori di falegnameria: Roberto Iannaco
Partner Tecnici: Esagono srl, Immagini arredamenti, Vetreria Taranto, Barretta &c, Showroom Pellecchia 1969.
Fotografie di Mario Ferrara